Francesco Bacone (1561-1626) scrisse un libretto sulla »Sapienza degli antichi« che ebbe dapprima molto successo e poi cadde nel dimenticatoio. Di recente questo libretto è stato rivalutato non tanto per il valore filologico nella ricostruzione dei miti antichi quanto perché è da considerarsi una genuina espressione del pensiero stesso di Bacone che molto si affaticò per rinnovare il pensiero scientifico dei suoi tempi. Sembra di capire in una delle sue favole una profonda sfiducia nella capacità del popolo o delle moltitudini di potersi reggere autonomamente. I nostri tempi differiscono dai suoi per una diffusione dell'istruzione di base alloraa impensabile. La lotta contro l'analbetismo è tra i principali obiettivi dell'azione politica. I nostri tempi hanno più bisogno di conoscenze diffuse che non ai tempi di Bacone. Ed i tempi a venire richiedono un'istruzione di massa sempre più crescente e diffusa. Possibile che non ci siano lo stesso i presupposti per una democrazia diretta del popolo ed un superamento del rapporto di rappresentanza politica. I fenomeni che Bacone attribuiva alla Fama possiamo ancora oggi osservarli nell'azione delle ideologie falsificanti e strumentali, nella demonizzazione dell'avversario politico, nel facile modo con cui gli eletti si liberano dei loro elettori una volta che ne hanno preso il voto, in un'infinità di episodi quotidiani che frustano ogni pratica politica volta a rendere i cittadini soggetti della politica anzichè oggetto di manipolazione da una parte e dall'altra in egual modo,
mercoledì, aprile 19, 2006
Iscriviti a:
Post (Atom)